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Chiara Ferragni, ricavi delle sue società raddoppiati nel 2022

di Giulia Crivelli

Sanremo, Ferragni: L'odio fa sempre male e fa bene parlarne

Fenice, la srl alla quale fa capo Chiara Ferragni Brand, ha chiuso l’anno con ricavi per 14,2 milioni (+115%) e un giro d’affari a valore retail di 61 milioni (+134%). Il fatturato di Tbs Crew è salito a 14,6 milioni (+105%). L’imprenditrice: «Non venderò le mie quote»

2 giugno 2023
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4' di lettura

Nelle settimane e nell’anno in cui cadono importanti anniversari legati a intellettuali che hanno segnato la storia del nostro Paese, viene spontaneo chiedersi cosa avrebbero pensato della rivoluzione digitale e in particolare dei social network Alessandro Manzoni (mort0 a Milano 150 anni fa, il 22 maggio 1873), Italo Calvino e Lorenzo Milani (nati entrambi del 1923). Altrettanto interessante sarebbe il parere di persone entrate nella storia dello spettacolo come lo conoscevamo fino a due-tre decenni fa: pensiamo a Franco Zeffirelli, Giorgio Albertazzi e Maria Callas, che quest’anno ne avrebbero tutti compiuti cento. A tutti sarebbe interessante chiedere nello specifico cosa pensano di Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale italiana più famosa nel mondo.

In assenza degli illustri pareri dei citati giganti del pensiero e dello spettacolo, si sono esercitati nella critica di Chiara Ferragni, positiva o negativa, decine di scrittori, addetti ai lavori della moda, opinionisti di ogni tipo e, sì, intellettuali contemporanei, con articoli e saggi. Poi naturalmente ci sono le decine di milioni di follower su Instagram di Chiara Ferragni e le altrettanto numerose persone che, in tutto il mondo, hanno visto il documentario sulla sua vita e le prime due stagioni della serie The Ferragnez.

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Last but not least, ci sono i milioni di clienti del marchio Chiara Ferragni – nato nel 2013 – e dei brand con i quali l’imprenditrice collabora come testimonial, ambassador o consulente per progetti speciali. Soprattutto però ci sono i numeri (ottimi) dei bilanci delle sue due società, Fenice e Tbs Crew, illustrati in anteprima al Sole 24 Ore.

I risultati 2022 di Fenice (Chiara Ferragni Brand) e Tbs Crew

Fenice, la srl alla quale fa capo Chiara Ferragni Brand, ovvero l’intero business legato alle licenze del marchio, dall’abbigliamento ai gioielli e presto ai profumi, ha chiuso il 2022 con ricavi per 14,2 milioni e un giro d’affari a valore retail di 61 milioni, in crescita, rispettivamente, del 115% e del 134% sul 2021. L’altra società è Tbs Crew, che segue tutte le altre attività di Chiara Ferragni e dei suoi collaboratori, dalla consulenza in digital marketing ai progetti di comunicazione per altri brand alla gestione della sua immagine in senso ampio, passando per operazioni di scouting. In questo caso i ricavi netti sono passati dai 7,1 milioni del 2021 a 14,6 milioni del 2022 (+105%). Fabio Maria Damato è il general manager che affianca Chiara Ferragni (ad delle società) e conferma il trend di crescita per il 2023: «Il giro d’affari di Fenice dovrebbe arrivare a 71 milioni, quello di Tbs Crew a 18,9 milioni. Siamo molto soddisfatti della redditività di entrambe le società, che ci consente di pianificare investimenti a breve e medio termine anche per la distribuzione diretta del marchio».

Damato siede tra l’imprenditrice e Luisa Lozupone, head of marketing & communication, in una sala riunione della sede di via Turati, a Milano. Spazi grandi, invasi dal sole primaverile e dal colore delle collezioni, ma soprattutto illuminati, potremmo dire scaldati, da una luce particolare, quella dell’affinità tra i membri del team di Chiara Ferragni e dalla passione che li accomuna. «Ho bisogno di fidarmi ciecamente delle persone che lavorano con me e per me vuol dire anche essere sicura che mi diranno sempre cosa pensano – spiega Chiara Ferragni, che ha compiuto 36 anni il 7 maggio –. Impossibile essere sempre d’accordo, ma è indispensabile discutere quando si hanno idee e visioni diverse e ascoltarsi a vicenda».

Ferragni: «Non venderò le mie quote»

Negli scorsi mesi si è ipotizzato l’ingresso di nuovi soci in Fenice e Tbs Crew: la prima è al 100% di Chiara Ferragni. Nella seconda le quote sono così divise: il 32,5% fa capo alla società Sisterhood della stessa Ferragni, il 40% ad Alchimia, il 13,75% a N1 e 13,75% a Esuriens. «Di una cosa sono certa e vorrei fossero sicuri tutti, all’interno dell’azienda e tra gli operatori finanziari: le mie quote non sono in vendita – spiega Chiara Ferragni –. Entrambe le società sono progetti di vita e di lavoro, ma anche evoluzioni di un sogno e di una visione che insieme alle persone che mi sono vicine voglio continuare a far crescere».

Il lancio dei profumi e il primo store diretto a Roma

Molti i progetti per il marchio e quindi per Fenice: «Finora il modello di business si è basato sulle licenze e ha funzionato bene, in futuro però alcune potrebbero essere internalizzate, anche per gli sviluppi del retail diretto», spiegano Ferragni e Damato. Le licenze attive sono otto: Swinger (abbigliamento e accessori), Mofra (calzature), Velmar (intimo e beachwear), Morellato (gioielli), Safilo (occhiali), Pigna (cartoleria), Monnalisa (baby e kids) e Angelini per la cosmetica. I gioielli sono stati un grande successo, con un giro d’affari per il primo anno di 11 milioni contro i 5 previsti e dal 23 giugno torneranno con un pop up in Rinascente Milano, mentre il marchio di gioielli della sorella, Valentina Ferragni, è presente in questi giorni alla Rinascente Firenze, sempre con un pop up. «Il lancio del primo profumo è previsto per la primavera del 2024 e speriamo sia un successo analogo al make-up: il 3 gennaio avevamo aperto un pop up a Roma Termini che avrebbe dovuto chiudere dopo un mese, rimasto aperto fino a metà marzo per gli ottimi risultati».

Altro traguardo importante è il primo negozio a gestione diretta a insegna Chiara Ferragni, dove si potranno trovare tutti i prodotti. «L’appuntamento è a Roma, in via del Babuino 152, in settembre – conclude l’imprenditrice, che definire digitale è ormai oltremodo riduttivo –. La moda è sempre stata la mia passione e continuerà a esserlo, ma ho imparato a considerarla anche una sfida imprenditoriale, che porto avanti e cerco di vincere grazie a una squadra fantastica e alla mia famiglia».

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