di Raoul de Forcade
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Via libera ai lavori per il tunnel subportuale di Genova, un’opera, da 900 milioni di euro, che la città aspettava dal 1992. Per il progetto è arrivato l’ok della commissione del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
La parte di architettura è affidata al Building workshop di Renzo Piano. Per quella ingegneristica, invece, è Autostrade per l’Italia ad avere in mano le redini e ad accollarsi gli oneri economici dell’opera, che rientrano nell’accordo transattivo fatto con le istituzioni dopo il crollo del ponte Morandi (il 14 agosto 2018).
Roberto Tomasi, ad di Aspi, ha tracciato tempi e costi dell’opera, spiegando che l’apertura del nuovo tunnel è prevista «ad aprile 2029» con un investimento di «900 milioni, aumentato a causa dei rincari delle materie prime, rispetto ai 700 milioni preventivati».
I circa 200 milioni di extracosti, rispetto all’accordo siglato da Aspi come risarcimento con il territorio dopo il crollo del viadotto sul Polcevera, ha chiarito Tomasi, saranno ripagati attraverso i pedaggi della rete, spalmati a livello nazionale.
Ieri, alla presenza delle istituzioni genovesi e liguri nonché del viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, è stato ufficializzato l’avvio dei lavori delle opere propedeutiche agli scavi veri e propri.
Il tunnel subportuale, si legge nel progetto, ha un tracciato di 4,2 chilometri, dei quali 3,4 sotterranei e si sviluppa da San Benigno, a Ponente della città, fino alla Foce, a Levante, passando sotto il bacino portuale.
In superficie, il progetto comprende tre opere di rilevanza per la città: la ricongiunzione tra la Lanterna, simbolo di Genova, e l’area di Sampierdarena; l’espansione verso Nord del Parco della Foce (attualmente in fieri) nonché il recupero delle mura storiche di corso Aurelio Saffi, nascoste, negli anni, da una serie di sovrastrutture.
Raoul de Forcade
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