Mondo
Pubblicità

Mondo

Trump tra due fuochi: il pagamento della pornostar e i documenti segreti

Tensione in Usa, Trump chiama i suoi sostenitori in piazza

Sul suo social l’ex presidente Usa accusa Alvin Bragg di “interferenza nelle elezioni presidenziali”. Allerta della polizia di New York dopo l’appello alla mobilitazione. Attesa la decisione del grand jury

18 marzo 2023
Pubblicità

6' di lettura

Il gran giurì che indaga sul ruolo di Donald Trump nel pagamento in nero per comprare il silenzio della pornostar che minacciava di rivelare il loro affaire non si è riunito, rinviando una decisione che sta surriscaldando la scena politica Usa. Lo lo scrive il New York Times citando due persone a conoscenza del dossier.

Ma non è l’unico fronte giudiziario che vede coinvolto l’ex presidente Usa. Trump ha perso un round nella vicenda dei documenti top secret sequestrati nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida. L’avvocato di Donald Trump, Evan Corcoran, testimonierà venerdì davanti al grand jury che sta indagando su questo caso. Secondo quanto riportano vari media Usa, citando fonti giudiziarie, una corte d’Appello federale ha respinto il ricorso di Trump per impedire la testimonianza del legale e la consegna di una serie di documenti. Il pronunciamento della corte di fatto aggira il segreto professionale che protegge le comunicazioni tra avvocato e cliente. Fonti della Cnn riferiscono improbabile un nuovo appello di Trump davanti alla Corte Suprema.

Pubblicità

Tornando al caso del presunto pagamento di 130mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels, oggetto di inchiesta da parte del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, l’ex presidente Usa considera la vicenda come prova di un complotto contro la sua nuova corsa alla Casa Bianca nel 2024. Trump ha smentito il pagamento accusando gli inquirenti di «violare la legge» per danneggiarlo.

«È il procuratore distrettuale di Manhattan che sta violando la legge utilizzando la testimonianza falsa e completamente screditata (anche dal tribunale del distretto sud!) di un condannato bugiardo, criminale e carcerato, Michael Cohen, per perseguire e incriminare incredibilmente un ex presidente, ora candidato presidenziale in testa (di gran lunga!), per un reato che non esiste. Alvin Bragg dovrebbe essere ritenuto responsabile del reato di “interferenza nelle elezioni presidenziali”», scrive infatti Donald Trump sul suo social.

Sul piede di guerra anche i repubblicani alla Camera: i presidenti di ben tre commissioni guidate e controllate da esponenti del Grand Old Party (giustizia, sorveglianza e amministrazione della House) hanno annunciato di voler chiedere la testimonianza dello stesso Bragg. La mossa, difesa dallo speaker della Camera Kevin McCarthy, rischia di innescare un conflitto o quantomeno una interferenza istituzionale minando il principio della separazione dei poteri. Bragg ha replicato subito: «Non ci faremo intimidire dai tentativi di minare il processo giudiziario».

L’ex avvocato di Trump testimone della difesa

Intanto, di fronte al grand jury dell’inchiesta newyorkese sul caso Stormy Daniels, nella giornata di lunedì si presenta un testimone convocato dalla difesa. Si tratta di Robert Costello, ex consulente legale di Michael Cohen, l’ex avvocato di Trump che consegnò, poco prima delle elezioni del 2016, all’ex porno star i 130mila dollari per pagare il suo silenzio sulla relazione avuta con il tycoon. Costello ora è ai ferri corti con Cohen che, condannato negli anni scorsi per la transazione illecita, è diventato uno dei principali accusatori di Trump. Secondo la legge di New York, chi rischia di essere incriminato può chiedere di presentare propri testimoni di fronte al grand jury. Si ritiene quindi che la difesa di Trump spera che la testimonianza di Costello possa contrastare le accuse che Cohen ha nei giorni scorsi ribadito contro il suo ex boss. Non a caso l’ex presidente, in un suo post su Truth Social, definisce Costello «il testimone più importante, un avvocato molto stimato che una volta rappresentava un criminale, galeotto e bugiardo seriale, Michael Cohen». «Le informazioni che lui presenterà saranno conclusive ed inconfutabili, caccia alle streghe!”, conclude Trump.

Elezioni Midterm i candidati trumpiani sconfitti

7 foto

Mehmet Oz, noto anche con lo pseudonimo di Dr. Oz, chirurgo, conduttore televisivo e autore televisivo di origine turca, è stato battuto in Pennsylvania dal vice governatore dem John Fetterman per il posto di senatore
Dan Cox, esponente dell'estrema destra repubblicana, è deputato dello stato del Maryland. Ha negato il corretto svolgimento delle elezioni presidenziali del 2020 ed è stato battuto nella corsa alla carica di governatore del Maryland
Doug Mastriano, esponente dell'estrema destra repubblicana e senatore della Pennsylvania dal 2019, è stato battuto per la carica di governatore della Pennsylvania dall’attorney general dem Josh Shapiro  
Yesli Vega, ufficiale delle forze dell'ordine di origine salvadoregna, è stata battuta in Virginia per il seggio alla Camera
Karoline Leavitt, figlia di gelatai della contea di Rockingham, è stata battuta in New Hampshire per la corsa alla Camera
Don Bolduc, generale di brigata in pensione dell’esercito degli Stati Uniti, è stato candidato alle elezioni del Senato degli Stati Uniti nel New Hampshire, perdendo contro la democratica in carica Maggie Hassan
J.R. Majewski, veterano dell'aeronautica militare Usa, è stato sconfitto in Ohio per il seggio della Camera

Massima allerta della polizia di New York

La polizia di New York, con il sostegno del Secret Service, sta approntando misure di massima sicurezza nel caso della possibile incriminazione di Donald Trump e le proteste che potrebbero scoppiare dopo l’appello alla mobilitazione lanciato dall’ex presidente, che ha fissato il suo possibile arresto per martedì. Il Nypd sta in stretto contatto anche con l’Fbi e l’ufficio del procuratore distrettuale Alvin Bragg, che sta conducendo l’inchiesta Stormy Daniels. «Useremo tutte le risorse disponibili», ha dichiarato al New York Post un fonte della polizia newyorkese, osservando che lo Strategic Response Group, unità preposta alla risposta a rivolte ed altri disordini, «ha un ruolo in questa agenzia e sarà chiamato se necessario». Domenica ci sono già state riunioni tra le diverse agenzie interessate ed il lavoro di coordinamento continuerà lunedì, fanno sapere ancora le fonti del Post. Tra le misure che si intendono adottare è il divieto di acceso alle auto nella zona del tribunale di Manhattan, insieme ad un dispiegamento di agenti all’esterno ed all’interno dell’edificio.

«Gestiamo la cosa come gestiamo tutto il resto: è il lower Manhattan, c’è sempre una grande presenza di agenti, monitoriamo la situazione, vediamo che succederà martedì», ha dichiarato al Post il capo del Nypd Kevin Maloney, confermando di contare sulle informazioni che arrivano «dal nostro bureau di intelligence ed i nostri referenti nell’ufficio del procuratore».

Intanto, il procuratore Bragg, con un messaggio interno inviato al suo staff e rivelato dai media americani, ha risposto al post di Trump, ed il suo appello a protestare ed a «riprenderci la nostra nazione» affermando che «non tollereremo tentativi di intimidire il nostro ufficio o minacciare lo stato di diritto a New York». Bragg poi ha esortato i suoi collaboratori a prestare molta attenzione: «sappiate che l vostra sicurezza è la nostra principale priorità».

L’ex presidente: dubito la polizia di New York difenda la sinistra radicale. E tira in ballo Soros

Ma anche sulla mobilitazione della polizia della Grande Mela l’ex presidente ha una risposta: «Riuscite a immaginare il grande dipartimento di polizia di New York, correttamente denominato come il migliore di New York city, che, per la prima e unica volta nella storia ha dato il suo endorsement a me e mi ha onorato come ’uomo dell’anno’, dover difendere e proteggere la sinistra radicale che odia la polizia e vuole toglierle i fondi e mettere il loro più grande campione e amico in prigione per un crimine che non esiste?», scrive infatti Trump sempre su Truth. «E questo mentre il procuratore distrettuale sostenuto da Soros consente agli assassini e ad altri criminali violenti di andarsene in giro liberamente per le strade di New York», aggiunge.

Anche i sostenitori di Trump dubbiosi sulla mobilitazione

La richiesta di mobilitazione fatta dell’ex presidente Donald Trump prima della sua prevista incriminazione a New York ha generato reazioni per lo più smorzate da parte dei suoi sostenitori, con persino alcuni dei suoi più ardenti lealisti che hanno respinto l’idea come una perdita di tempo o una trappola.
E questo solleva interrogativi sul fatto che Trump, sebbene resti comunque uno dei principali contendenti repubblicani nella corsa presidenziale del 2024 e conservi un devoto seguito, abbia ancora il potere di mobilitare i sostenitori di estrema destra come ha fatto più di due anni fa prima del 6 gennaio 2021, quando avvenne l’insurrezione al Campidoglio degli Stati Uniti. Le centinaia di arresti seguiti alla rivolta del Campidoglio, per non parlare delle condanne e delle lunghe pene detentive, potrebbero aver smorzato il desiderio di disordini di massa.

Gli avvocati di Trump contestano il rapporto sui risultati elettorali in Georgia

Intanto, si apre un altro fronte nelle vicende processuali che coinvolgono l’ex presidente Usa. Lunedì gli avvocati di Donald Trump hanno infatti chiesto a un tribunale della Georgia di annullare un rapporto speciale del grand jury locale, che riguarda gli sforzi dell’ex presidente degli Stati Uniti per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 in tutto lo stato.
Il deposito presso la Corte Superiore della contea di Fulton cerca anche di far ritirare dal caso il procuratore distrettuale della contea, Fani Willis, sostenendo che le sue apparizioni sui media e i post sui social hanno dimostrato il suo pregiudizio nei confronti di Trump.

DeSantis rompe il silenzio: procuratore anti-Trump è finanziato da Soros

Ron DeSantis rompe il silenzio e interviene nella vicenda della possibile incriminazione di Donald Trump. Il procuratore di Manhattan Alvin Bragg, che sta indagando su Trump per i pagamenti in nero alla pornoattrice Stormy Daniels è «finanziato da Soros» e usa il suo ufficio come «arma politica», ha infatti detto il governatore della Florida durante un evento pubblico. «Ho sentito un sacco di chiacchiare. Ancora non ho visto i fatti e non so cosa accadrà. Ma so questo: il procuratore di Manhattan è finanziato da Soros e, come altri procuratori finanziati da Soros usa il suo ufficio per imporre un’agenda politica alla società a spese dello Stato di diritto e della sicurezza pubblica», ha detto DeSantis, senza mai nominare esplicitamente il nome di Trump.
Il governatore della Florida, considerato un probabile candidato presidenziale per il 2024, non ha ancora annunciato ufficialmente la sua discesa in campo.


Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy